Benvenuta Adolescenza

Francesca Borghetti

Mi occupo ormai da parecchi anni di adolescenza, di genitori di figli adolescenti, di insegnanti che non sanno come gestire gli alunni adolescenti, di educatori che non sanno più che pesci pigliare con i loro utenti adolescenti, ne ho sentito parlare talmente male che in alcune occasioni sono arrivata a pensare “ma stiamo parlando di un ragazzo con un disturbo o di un ragazzo adolescente?”.

Si, perché ultimamente la parola adolescenza sembra aver acquisito un significato negativo, come se si trattasse di un periodo brutto, faticoso, connotato da disagi e da sofferenze. Certo, non sono qui a dire che in adolescenza sia tutto rose e fiori, come del resto non lo è in tutti gli altri periodi della vita, dall’infanzia, fino alla vecchiaia. Ogni fase della nostra esistenza è caratterizzata da momenti di equilibrio, di benessere, di spensieratezza, ed altri dove invece ci viene chiesto di rimboccarci le maniche, di faticare e spesso anche di soffrire per poter andare avanti.

In questo l’adolescenza è uguale a tutti gli altri momenti della vita, è un periodo nel quale al ragazzo viene chiesto di compiere dei passi evolutivi, di andare avanti, l’unica differenza è che nello stesso tempo il giovane deve costruirsi un’identità, un carattere, definire il proprio ruolo nel mondo e decidere come muoversi in esso.

Per questo, oggi, ho pensato di fare chiarezza su alcune macro tematiche, in modo che questo spicchio di vita si liberi di alcuni dei fantasmi che ad oggi lo contraddistinguono; vediamo quindi quali sono i principali compiti a cui deve rispondere un ragazzo:

• Conoscere il proprio corpo ed accettarlo, il giovane deve prendere confidenza con un corpo diverso, più grande, deve imparare a gestirlo, ad accogliere nuove parti che prima non si vedevano e che ora sono sotto gli occhi di tutti, parlo per esempio del seno per le ragazze e della barba per i maschi. Immaginiamoci di dover trascorrere tutta una giornata con un paio di calzoni troppo larghi, che ci rendono impacciati nei movimenti e che generano dentro di noi la sensazione che tutti ci guardino..ecco, questo potrebbe in qualche modo assomigliare alle sensazioni provate da un adolescente nel suo nuovo corpo.

• Imparare a soddisfare i propri bisogni, per farlo però il ragazzo deve prima conoscerli e conoscersi, per questo lo vedremo spesso fare cose totalmente opposte, che ci disorientano, ma è in questo modo che il giovane si misura con se stesso, si conosce e si esplora. Non guardiamolo come se fosse in preda ad un delirio, sta semplicemente provando ad essere, e non tutti i tentativi vanno subito a buon fine.

• Diventare autonomo staccandosi dalle figure genitoriali riuscendo a rispondere da solo alle proprie esigenze. Il ragazzo deve sentirsi sicuro, consolidare quelle sicurezze interne le cui fondamenta sono state piazzate in infanzia dai genitori, ma ora tocca a lui alzare i muri.

Queste sono solo tre grandi aree, ne approfondiremo prossimamente altre. Se pensassimo ad un adolescente in questi termini, forse ci farebbe meno paura e soprattutto forse riusciremmo ad entrare in sintonia con lui senza mortificarlo per i suoi tentativi, in fondo sta cercando il suo posto nel mondo..quanti adulti ancora non l’hanno trovato?

Francesca Borghetti

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