Ritmo cicardiano: il tempo interno.

Vera Longhena

Ritmo cicardiano: ne avete sentito parlare? Ogni persona ha un proprio orologio biologico interno, più o meno sincronizzato con il tempo della vita reale.

Una non sincronicità tra questi due tempi può portare ad alterazioni nel ritmo sonno-veglia (ritmo cicardiano), fino ad arrivare a influire sulla comparsa di serie patologie come l’Alzheimer, nei soggetti predisposti. Il ciclo circadiano corrisponde a una specie di orologio del nostro corpo e della nostra mente, che regola l’alternanza fra riposo e attività. Molti dei processi fisiologici umani sono governati da questo orario interno.

Capita, per molti fattori di stress o ambientali, quali viaggi, lavoro intenso, ansia, che in alcune persone il tempo interno ed esterno non seguano lo stesso ritmo; per esempio, data la situazione che si sta vivendo, la quarantena, lo smart working, il divieto a seguire le consuete attività potrebbero concorrere a un’alterazione del ritmo cicardiano: a quanti, in questi giorni, succede di non arrivare a sera stanchi, o di non tenere i ritmi a cui si è abituati?

La medicina ha condotto numerosi studi che hanno dimostrato quanto una perturbazione prolungata di questo tipo possa provocare malessere e addirittura patologie (Ravi Allada, neurobiologo della Northwestern).
Così, i ricercatori hanno pensato di realizzare un test che dia informazioni su questo processo. Si tratta di prelievi di sangue ripetuti ogni due ore, attraverso i quali gli autori hanno studiato come si esprimevano numerosi geni in diversi orari. Circa quaranta geni sono risultati maggiormente associati al ritmo circadiano.

Questo test, che si chiama TimeSignature (La firma del tempo), potrebbe rivelarsi predittivo per alcune malattie (patologie cardiache, Alzheimer, depressione, diabete) e risulterebbe un importante indicatore dell’orario più funzionale in cui assumere le terapie.

Il ritmo cicardiano può essere tenuto sotto controllo e migliorato tramite numerose tecniche, tra le quali spicca il training autogeno, un metodo di auto-rilassamento, che ognuno può apprendere attraverso corsi guidati da psicologi specializzati. Chi fosse interessato non esiti a contattarci.

Restare in ascolto del proprio orologio interno biologico è, quindi, un passo fondamentale, per intervenire sugli squilibri e le alterazioni che vengono percepiti nel proprio ritmo sonno-veglia, in particolar modo quando si è sottoposti a periodi di forte stress o pressione, che producono conseguenze negative sia psichiche che fisiche. Proviamo, per quanto possibile, a mantenere delle abitudini di vita che rispettino l’orologio personale interno anche in situazioni non ordinarie come quella della quarantena, cerchiamo di stabilire dei ritmi per il lavoro, l’attività fisica, l’alimentazione e poi lo svago, il relax, il sonno: non viviamo senza orologio, né esterno, né interno. In questo modo la ripresa della quotidianità, che, inevitabilmente farà scontrare con una realtà fino ad ora messa tra parentesi, potrà essere meno traumatica!

Lo studio descritto è pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), qualora voleste leggere un approfondimento più specifico.

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